sabato 23 gennaio 2021

Mi chiamano il coraggioso, il perdente, il mezzo uomo, la femminuccia, l'assassino, sono un sacrificio umano.

Il senso del sacrificio è l’assoluta umiltà necessaria per agire pur sapendo che non vedremo i risultati. (Alejandro Jodorowsky) Il sacrificio non è niente altro che la produzione di cose sacre. (Georges Bataille) La più profonda felicità dell’uomo è nell’essere sacrificato, e la suprema arte del comando consiste nell’additare fini che siano degni del sacrificio. (Ernst Junger L’Operaio) Sono solo sul altare ma questa volta sono io il sacrificante, non offrò in sacrificio la gola e il sangue dei miei nemici, ma la mia. Ai miei Dei lassù sulle stelle! Cerco la parola che ho dimenticato, quella che trasforma il proprio amore in volontà, in quei minuti, in quei secondi che senbrano secoli. accetto il fato quel destino che mi sono costruito, che mi hanno costruito. Mi chiamano il coraggioso, il perdente, il mezzuomo, la femminuccia, l’assassino, sono un sacrificio umano. Sono solo sul altare mi sacrifico per l’ultima volta, molti non capiscono cosa significa, molti giudicano, molti non è nessuno. Guardo a sinistra poi guardo a destra ma non c’è nessuno, l’eroe solitario muore solo e dimenticato come un pazzo in manicomio. Ripeto Sacrificio, questa parola come un mantra. Per darmi coraggio, ma non piango, io non piango come cantava Califano: “Io nun piango pe’ quarcuno che more, Non l’ho fatto manco pe ‘n genitore Che morenno m’ha ‘nsegnato a pensare, Non lo faccio per un altro che more. Io nun piango quanno scoppia ‘na guera, Er coraggio de’ l’eroi stesi in tera, Io lo premio co’ du’ fiori de serra, Ma nun piango quanno scoppia ‘na guera. Lo piango, quanno casco nello sguardo De’ ‘n cane vagabondo perché, Ce somijamo in modo assurdo, Semo due soli al monno.” Non cerco nessuno e nessuno mi cerca. Ho tentato invano un contatto ma è troppo tardi per qualsiasi cosa. Nemmuno un abbraccio, nemmeno una parola di conforto per l’assassino. Sono solo sul altare del sacrificio, una folla, una motitudine che si dice popolo festeggia la mia dipartita. Gridando “Finalmente muori ebreo”. Sacrifio, sacrifio, sacrificio perdi la testa ma non la ragione mentre pensi ai suoi occhi al suo corpo, al suo ventre. Sacrificio, sacrificio, sacrificio non c’è parola più misteriosa più abusata di questa la dea Kalì ha sete di sangue. Sacrifio, sacrificio, sacrificio l’ultimo desiderio una sigaretta e un bicchiere d’acqua.

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